Gli Studi di Chopin sono tre raccolte di 27 composizioni per pianoforte pubblicate nel corso del 1830. Dodici sono state raccolte nell’opera 10 e altre 12 nell’opera 25. I restanti tre, invece, non sono stati raccolti in un’opera. Queste composizioni pongono la base per quello che era al tempo uno stile rivoluzionario per il pianoforte e, anche per questo, sono considerate tra le composizioni più suggestive ed impegnative del repertorio pianistico. Tutti gli Studi sono stati pubblicati durante la vita di Chopin; i primi dodici dell’opera 10 sono stati composti tra il 1829 e 1832 e successivamente pubblicati nel 1833 in Francia, Germania e Inghilterra. I dodici studi dell’opera 25 sono stati composti tra il 1832 e il 1836 e sono stati pubblicati negli stessi Paesi nel 1837. Gli ultimi tre composti nel 1839 sono stati inseriti nella raccolta di Moscheles intitolata “Methode des methodes de piano”.
Moscheles |
Sono apparsi in Germania e in Francia nel novembre del 1840 e nel 1841 in Inghilterra. I primi studi dell’opera 10 sono stati scritti quando Chopin era ancora adolescente. Essi si collocano, accanto alle prime opere di Mendelssohn, come rari esempi di composizioni estremamente giovanili e innovative. Con questi studi Chopin ha elevato il genere dello studio da esercizio tecnico e meramente utilitaristico a grande capolavoro artistico.
Muzio Clementi |
Sebbene raccolte di studi fossero già state realizzate nel XVIII secolo da autori come Muzio Clementi o Carl Czerny, gli Studi di Chopin si presentano come un’innovazione, non solo per le numerose sfide tecniche che li caratterizzano, ma anche perché sono stati inseriti per la prima volta nel repertorio concertistico. Queste composizioni hanno influenzato altri compositori del tempo come Franz Liszt. Un musicologo polacco ha scritto con riferimento all’opera 10 : “ non solo questi studi sono una dimostrazione di un nuovo stile pianistico, ma anche una nobilitazione di questo stile”. I primi dodici studi riuniti nell’opera 10 lasciano trapelare fin dall’inizio in diversi modi la sua ammirazione per Bach, Maestro dimenticato per troppo tempo e riscoperto in quegli anni da Mendelesshon.
Mendelsshon |
Diverse pagine della raccolta si trovano riunite in coppie che rispecchiano il modello tono maggiore- relativa minore tipico del Clavicembalo ben temperato di Bach. Se l’influenza di Bach è importante, è anche vero che Chopin sviluppa le sue composizioni in totale autonomia dal modello bachiano. La struttura di questi brani ripercorre il classico schema tripartito. Il primo studio della serie si caratterizza per una cascata di arpeggi e per la notevole affinità con il numero uno dei “Capricci” di Paganini.
Non a caso Chopin raccomandava di eseguire il brano “a colpi d’arco”. Il terzo brano è un lento ma non troppo in mi maggiore e si caratterizza per un tema calmo e lirico a tal punto che è stato definito da uno degli allievi di Chopin come la più bella melodia scritta. Lo studio numero tre è stato collegato da Chopin al numero quattro, così come si evince dalla dicitura “attacca il presto con fuoco” al termine dello studio.
Spartito Studio n. 3 op. 10 |
Audio Studio n. 4 op. 10 |
Spartito Studio n. 4 op. 10 |
Molto veloce, lo studio n. 5 in sol bemolle maggiore, ha un carattere diverso dagli altri, tanto che Liszt lo definì come una “fantasia burlesca scoppiettante di brio.
Audio Studio n. 5 op. 10 |
Spartito Studio n. 5 op. 10 |
Il numero 8 riprende lo studio degli arpeggi già presentato nello studio n.1. questa volta l’arpeggio è scintillante e accompagnato da numerose note di passaggio.
Lo studio n. 10 è un moto perpetuo di notevole difficoltà, ma allo stesso tempo delicatamente leggiadro, a tal punto che il pianista Hans von Bulow disse che chi fosse riuscito a suonare questo pezzo perfettamente, avrebbe raggiunto le più alte vette del Parnaso pianistico.
Audio Studio n. 10 op. 10 |
La raccolta si chiude con lo studio numero 12 noto come “la Caduta di Varsavia”. Si dice che Chopin abbia composto questo brano di getto, non appena seppe della presa della capitale polacca ad opera delle truppe zariste.
Sulla scia dell’opera 10 si colloca anche l’opera 25, composta intorno al ’33 e dedicata a Marie d’Agoult. Il primo studio si caratterizza per una dolce melodia ricca di arpeggi incantati e propone uno studio per terze, tipico di queste composizioni che sviluppano specifiche difficoltà tecniche.
Spartito Studio n. 1 op. 25 |
Audio Studio n. 1 op. 25 |
L’inquieta melodia del numero 2 e l’incalzante incedere del numero 5, secondo alcuni, sono espressione del disagio e dell’inquietudine di Chopin.
Lo studio numero 6 viene invece considerato come il vertice della raccolta, in quanto racchiude tutte la caratteristiche che caratterizzano l’opera 25.
Audio n. 6 op. 25 |
Ben 8 di questi studi sono sviluppati in tonalità minore e questa insistenza sui toni cupi si percepisce soprattutto nei 3 studi finali dell’opera in cui il tormento sembra trasformarsi in disperazione.
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